Basta con la violenza
Non è stato facile iniziare a scrivere questo articolo; davvero mi
sono trovato in difficoltà perché non riuscivo a mettere bene
a fuoco il significato di tutto quello che mi passava per la mente.
Poi con calma, analizzando bene la situazione sono riuscito a buttare giù
queste due righe.
Sia ben chiaro, non parlo come tifoso in particolare, ma come uno dei tanti
ragazzi che vivono, più o meno intensamente, l’amore e l’affetto
per la propria squadra e per il proprio Gruppo.
Quello che mi sta a cuore è la situazione attuale del mondo del tifo
o, se preferite, Ultras in Italia.
Alla luce di questo burrascoso inizio di campionato credo di poter affermare
tranquillamente che si sta esagerando; questo fenomeno nato, se ben ricordo,
come l’espressione più genuina e passionale dell’attaccamento
ai colori del cuore, sta diventando solo un modo, direi squallido, di fare
della violenza gratuita.
Noi, e parlo di tutti, abbiamo tra le mani un qualcosa di molto importante,
un qualcosa che non è nato per caso, ma è stato il frutto di
anni di impegno costante, rinunce, amarezze, di amicizie nate in Curva, di
lacrime di gioia e momenti di sconforto.
E tutto questo, cari ragazzi, sta andando in fumo.
Il mondo Ultras non è violenza o almeno non è nato per seminare
il panico nelle città.
Il mondo Ultras è un mondo fatto di bandiere, tamburi, fumogeni, di
spettacoli folcloristici di altissimo livello, di sciarpe e magliette tirate
su tra enormi sacrifici, di nottate in bianco per preparare le canzoni.
Bene, questo mondo, dicevo, non è violenza; non lo è per tutti
quei ragazzi che credono ancora che sentirsi tifoso o Ultras non vuole dire
rompere tutto.
Per me della Vecchia Guardia, ma credo che valga anche per chissà quanti
altri ragazzi, non è piacevole vedere che sta andando tutto in rovina,
perché c’è qualcuno che si diverte a guastarci le domeniche.
Qui non è il discorso di avere o non avere paura, non c’entra
chi è il più forte, conta solo chi è più intelligente.
E le persone intelligenti, quelli cioè che si sentono veri tifosi,
non perché rompono vetrine o spaccano teste, ma perché vivono
questa esperienza di Ultras nella giusta dimensione, dovrebbero alzare un
pochino la voce.
Si perché, se si va avanti di questo passo siamo destinati a scomparire,
ci daranno la caccia come facevano una volta per le streghe, e come una volta
pagheranno anche e soprattutto gli innocenti.
Tutti ci indicano come teppisti, siamo noi il marcio che si deve eliminare;
ma questo non mi sembra giusto e non ci stò!!
Io non mi sento una mela marcia, e come me sono sicuro tantissimi ragazzi,
tifosi di squadre di ogni categoria, che vogliono essere solo e semplicemente
dei tifosi, sicuramente più passionali, senz’altro più
rumorosi ma poi niente più.
Basta con questa violenza, non si può morire per il calcio.
Qualcosa sta snaturando il nostro mondo che non sarà pulitissimo, ma
è sempre meglio di tante altre schifezze!!!
Se si vuole salvare il salvabile, se davvero non vogliamo rinunciare al nostro
tifo, rimbocchiamoci le maniche e guardiamoci intorno, non è detto
che il nostro vicino sia per forza un «nemico».
Stefano Malfatti
Commando Ultrà Curva Sud
Vecchio Cucs
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